A.Spo.Credit

A.Spo.Credit

venerdì 29 gennaio 2016

Scandali bancari, 14 proposte per la commissione d’inchiesta: opposizioni scatenate contro quella del Pd

http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/01/29/scandali-bancari-14-proposte-per-la-commissione-dinchiesta-opposizioni-scatenate-contro-quella-del-pd/2415256/

Scandali bancari, 14 proposte per la commissione d’inchiesta: opposizioni scatenate contro quella del Pd
Palazzi & Potere
Il ddl presentato a Palazzo Madama dal Partito democratico non fa riferimento ai quattro istituti salvati a novembre dal governo. Tra cui l’Etruria, dove il padre del ministro Boschi è stato vice presidente. De Petris (Si) ironizza: “E’ come buttare la palla in tribuna”. Artini (Alternativa Libera): “Un ddl di facciata che nasconde imbarazzo”. Pini (Lega): “Renzi cerca di sviare le attenzioni sul caso”. Villarosa (M5S): “L’esecutivo sa che il salva-banche è a rischio incostituzionalità”. Ma il renziano Marcucci replica: “Non ci interessa la polemica di un giorno ma capire come stanno le cose”. Ilfattoquotidiano.it ha visionato tutte le proposte depositate. Ecco cosa prevedono
di Antonio Pitoni e Giorgio Velardi | 29 gennaio 2016

Una pioggia di disegni e proposte di legge. Quattordici in totale: cinque alla Camera e nove al Senato. Per istituire unacommissione di inchiesta parlamentare volta a fare luce sull’operato dei vertici dei quattro istituti di credito (Banca EtruriaBanca MarcheCarife e CariChieti) oggetto del contestato decreto “Salva banche” varato dal governo di Matteo Renzi il 22 novembre 2015. Ma non solo. Perché sfogliando i testi c’è anche chi punta il dito contro l’operato diBanca d’Italia e Consob, chiedendo che venga verificata l’ipotesi di omesso controllo sugli amministratori degli enti coinvolti. Chi chiede che siano valutati eventuali conflitti d’interessi, in particolare all’interno dell’esecutivo. E chi, ancora, vuole estendere l’inchiesta al suicidio del pensionato di Civitavecchia, Luigino D’Angelo. Il tutto non senza alimentare polemiche durissime. Perché le opposizioni giudicano l’unica proposta del Pd, presentata a Palazzo Madama dal renziano Andrea Marcucci (che nel testo di legge non cita mai le quattro banche), come il tentativo di“buttare la palla in tribuna”, per dirla con le parole della capogruppo del Misto, Loredana De Petris (Sinistra Italiana). Cioè di sviare l’attenzione dal recente scandalo che ha coinvolto, tra le altre, anche Banca Etruria, l’istituto di credito del quale il padre della ministra Maria Elena Boschi è stato vice presidente e il fratello dipendente. Accuse respinte dallo stesso Marcucci: “Non si fanno commissioni di indagine per alimentare polemiche di un giorno ma per capire come vanno le cose in un settore così delicato”. Ilfattoquotidiano.it ha visionato tutte le proposte depositate. Ecco cosa prevedono.
POKER STELLATO – Il partito che con maggiore ostinazione chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulle popolari (e più in generale sul sistema bancario) è il Movimento 5 Stelle. Fra Montecitorio e Palazzo Madama, infatti, i grillini hanno presentato in totale quattro fra disegni e proposte di legge. L’ultima ieri alla Camera – depositata insieme ad una mozione che impegna il governo a rinviare l’applicazione del bail-inal 2018 – firmata da Alessio VillarosaDaniele Pesco eFerdinando Alberti. Un testo stringente. Con il quale i tre deputati chiedono che vengano esaminate “le procedure seguite e gli atti assunti dal governo, dal ministero dell’Economia e delle Finanze, da Banca d’Italia e da Consob” al fine di verificare se “siano conformi alle disposizioni normative in vigore all’atto dell’avvio della procedura di risoluzione”. Ma anche che siano analizzate “le relazioni intercorse fra le Istituzioni dell’Unione europea e Banca d’Italia in merito alla individuazione della procedura da seguire per la risoluzione della crisi delle banche”, nonché “la correttezza e la tempestività delle informazioni comunicate agli azionisti, obbligazionisti e clienti, sia da parte delle banche che da parte degli organi di vigilanza e controllo”. Senza dimenticare gli “eventuali conflitti d’interesse tra membri del governo, delle banche, Banca d’Italia e altre banche coinvolte nell’operazione di risoluzione della crisi delle banche” stesse. Proposta che si accompagna a quella, depositata alla Camera il 30 settembre 2015 (circa due mesi prima rispetto al decreto del governo), prima firmataria Dalila Nesci, “sulle attività illecite delle banche e sull’esercizio dell’attività di vigilanza della Banca d’Italia”. Due, invece, i disegni di legge presentati dal M5S al Senato. Uno di cui è primo firmatario Gianni Girotto (che intende fare luce sul “settore dell’intermediazione creditizia e finanziaria”), l’altro presentato da Stefano Lucidi, riguardante anche Banco di Desio e della Brianza Spa e Banca popolare di Vicenza.
INTERESSI PARTICOLARI – Infatti, nelle proposte di legge depositate in entrambe le Camere, nel mirino non ci sono solo Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti. Nella pdl di Alternativa libera-Possibile, a prima firma Massimo Artini, le competenze della commissione d’inchiesta vengono estese anche al dissesto del Monte dei Paschi di Siena. Al fine di accertarne “le cause e le responsabilità, giuridiche e politiche”. Ma anche per valutare atti e decisioni “assunte dagli organi di amministrazione e di direzione” dei cinque istituti di credito, verificando “eventuali conflitti di interessi” e “comportamenti illeciti” a carico degli amministratori, dei dirigenti e dei dipendenti delle stesse banche. Non solo. A Montecitorio ci sono infatti altre due proposte depositate. Quella di Forza Italia, primo firmatario il capogruppo Renato Brunetta (‘gemella’ di quella su cui ha apposto il proprio nome il presidente dei senatori di FI, Paolo Romani, a Palazzo Madama), e quella di Scelta Civica, presentata da Giovanni Monchiero insieme ad altri colleghi di partito. Due i punti principali della pdl dei deputati forzisti. Prima di tutto “valutare”, oltre a quella di Palazzo Koch e Consob, “la condotta del governo in relazione alle vicende che hanno interessato Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti accertando l’eventuale sussistenza di interessi particolari e di conflitti di interessi a carico di membri del governo”. E poi “verificare se siano fondate le affermazioni espresse da Jonathan Hill, commissario dell’Unione europea per la stabilità finanziaria, secondo cui le banche italiane avrebbero venduto ai risparmiatori prodotti inadeguati e, in caso affermativo, le iniziative assunte dalle autorità di vigilanza”. Più genericamente, invece, la proposta di Monchiero si prefigge di “accertare le cause, le responsabilità e le conseguenze dei più recenti casi di dissesto del mercato bancario e finanziario” e le “eventuali responsabilità degli organi di amministrazione degli istituti nel dissesto degli stessi.
BANCHE CERCASI – L’unico testo messo a punto dal Partito democratico (Pd) è stato depositato al Senato a prima firma del renziano Andrea Marcucci. Il solo riferimento a Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti è contenuto nella relazione introduttiva, che ne cita le relative vicende a testimonianza di “come logiche deteriori abbiano avuto il sopravvento sull’interesse collettivo”. Ma delle quattro banche salvate recentemente dal governo si perde ogni traccia nel disegno di legge (ddl). L’articolo 1 istituisce “una commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, con particolare riguardo alla tutela dei risparmiatori”. Ampliando al periodo 2000-2015, come chiarisce successivamente il testo, la verifica sull’operato “degli organi di gestione degli istituti bancari coinvolti in situazioni di crisi o di dissesto” – ma senza indicare espressamente quali – e “l’efficacia delle attività di vigilanza”. Se il ddl del socialista Enrico Buemi attribuisce alla commissione compiti di accertamento “sui fallimenti delle banche e delle assicurazioni nonché sulla cattiva gestione del sistema finanziario ad esse collegato”, molto più mirato è, invece, il testo messo a punto dai senatori del gruppo Misto, prima firmataria Loredana De Petris (Sinistra italiana). Che chiede l’istituzione di una commissione d’inchiesta “sulle cause del dissesto della Cassa di risparmio di Ferrara Spa, della Banca delle Marche Spa, della Banca popolare dell’Etruria e del Lazio Società cooperativa e della Cassa di risparmio della provincia di Chieti Spa”. Per verificare, tra l’altro, le modalità di emissione e collocamento al pubblico di titoli azionari e obbligazionari, “prassi e procedure di gestione del credito” con riferimento alla concessione di “prestiti non performanti”, oltre ai “criteri di nomina” dei rispettivi amministratori.
PERICOLO DI FUGA – Mano pesante anche dalla Lega Nord, che ha presentato due testi praticamente identici: uno alla Camera (primo firmatario Gianluca Pini) e l’altro al Senato (a prima firma Paolo Tosato). Oltre a verificare “la gestione finanziaria” di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti, deputati e senatori del Carroccio chiedono specifici accertamenti sulle “attività di speculazione finanziaria ad alto rischio” e sull’emissione di “titoli rischiosi che abbiano esposto il patrimonio degli istituti al pericolo di insolvenza”. Non solo. Tra i compiti della commissione d’inchiesta, i parlamentari della Lega includono anche quello di valutare “eventuali responsabilità” connesse “al suicidio del risparmiatore Luigino D’Angelo, avvenuto il 28 novembre 2015 a Civitavecchia”. Sempre al Senato, anche i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto chiedono, con un ddl a prima firma della capogruppo Anna Cinzia Bonfrisco, che la commissione indaghi espressamente sulle vicende relative alle quattro banche interessate dalla procedura di risoluzione. Verificando, tra l’altro, il “rispetto dei principi di trasparenza delle operazioni, dei servizi, dei prodotti e degli strumenti di natura bancaria e finanziaria, compresi libretti di risparmio postale e buoni fruttiferi assistiti dalla garanzia dello Stato e di correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti”. Ma anche l’operato delle agenzie di rating rispetto ad eventuali “meccanismi di insider trading attraverso possibili fughe anticipate e selezionate di notizie riguardanti le modalità e le tempistiche dei declassamenti, condizionando così investimenti e transazioni internazionali”.
MELINA DEMOCRATICA – “La proposta che ho sottoscritto parte dal caso delle quattro banche per comprendere un periodo più lungo, utile a capire i meccanismi di funzionamento del sistema nel suo complesso – spiega però Marcucci contattato dailfattoquotidiano.it –. Non si fanno commissioni di indagine per alimentare polemiche di un giorno ma per capire come vanno le cose in un settore così delicato”. Peccato che non tutti la pensino come lui. “Il Pd? Cerca di buttare la palla in tribuna”, osservaLoredana De Petris. La presidente del gruppo Misto del Senato in quota Sinistra italiana critica l’assenza di riferimenti alle vicende di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e CariChieti nel ddl del Pd. “Durante il governo Berlusconi, in seguito al crac della Parmalat, si istituì una commissione ad hoc mirata sui protagonisti dello scandalo – ricorda –. Oggi come allora non si può istituire una commissione d’inchiesta prescindendo da una seria indagine sulle modalità di gestione delle quattro banche sottoposte a procedura di risoluzione e sull’attività di vigilanza svolta nei confronti delle stesse”. E aggiunge: “Il Pd sta facendo melina. Avevamo chiesto, insieme al M5S, che i ddl per l’istituzione della commissione fossero esaminati in Aula contestualmente alla discussione sulle mozioni di sfiducia contro il ministro Boschi, ma non è stato possibile”. L’ex grillino Massimo Artini condivide e rilancia: “Il ddl Marcucci? Solo un testo di facciata che nasconde tutto l’imbarazzo del Pd – accusa il deputato di Alternativa libera, che ha incluso nell’oggetto dell’inchiesta anche il Monte dei Paschi di Siena –. Visto che chiede di prendere in esame i fatti tra il 2000 e il 2015, mi chiedo allora perché non includere anche gli anni ’90, quando è iniziato il processo di privatizzazione del sistema bancario”.
EFFETTI COLLATERALI – Per il leghista Gianluca Pini, invece, in questo modo “Renzi sta cercando in tutti i modi di sviare le attenzioni concentrate su Banca Etruria”, ma “sono sicuro che l’istituzione di una commissione di inchiesta, che noi preferiremmo fosse monocamerale, accerterà le responsabilità non solo dei vertici delle banche oggetto del contestato decreto, compresa quella di cui è stato vicepresidente il padre della Boschi, ma anche diBankitalia”. Per Pini, infatti, Palazzo Koch “non ha vigilato come avrebbe dovuto concentrando le proprie attenzioni su situazioni collaterali di gravità assai minore, spingendo per esempio alla fusione le piccole banche con effetti suicidi. Vogliamo andare fino in fondo – conclude – non lasceremo che questa vicenda finisca nel dimenticatoio”. Per Alessio Villarosa (M5S), infine, oltre ai tentativi del Pd di annacquare la vicenda c’è un altro problema, addirittura “molto più grave” degli altri. “Il decreto sulle banche emanato dal governo rischia di essere nullo – spiega il deputato – perché uno degli articoli presenti al suo interno fa riferimento ad una norma non ancora entrata in vigore quando è stato emanato”. Risultato: “Se venissero presentati dei ricorsi alla Consulta, e questa dovesse dichiarare incostituzionale il decreto, oltre alle somme espropriate lo Stato dovrà pagare pure i danni, le spese legali ed eventuali interessi di mora”.

Twitter: @Antonio_Pitoni @GiorgioVelardi

On. Maria Mussini - DDL INCHIESTA operato BANCO DESIO E DELLA BRIANZA

http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/finanza/dettaglio/nRC_28012016_1514_455212302.html

BANCHE: AL VIA DA MARTEDI' ESAME DDL INCHIESTA IN COMMISSIONE FINANZE SENATO -2-


Mussini (Misto), partire da casi specifici come Mps e Desio (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 28 gen - "Meglio tardi che mai. Ben venga un'indagine parlamentare sulle banche. Anche se rimane l'amaro in bocca per un intervento tardivo" afferma a sua volta Maria Mussini, vicepresidente del gruppo Misto e prima firmataria di uno dei Ddl che propone l'istituzione di una commissione d'inchiesta sull'operato del Banco di Desio e della Brianza. "Un provvedimento - rileva in una nota - assegnato nell'ottobre del 2013 e ricongiunto solo oggi ai molto piu' recenti Ddl presentati adesso, sulla scia della ormai conclamata fragilita' della sorveglianza bancaria. Fino a ora - aggiunge - alla politica e' mancato il coraggio di approfondire in modo tempestivo situazioni poco cristalline emerse da tempo. A questo punto mi auguro solo che si agisca in fretta e confido che si istruisca un lavoro serio e non ideologizzato. E' dirimente - sottolinea la senatrice - impostare lo studio proprio a partire dai casi specifici. Per comprendere fino in fondo quella che e' ormai una crisi conclamata degli istituti di credito, infatti, non si puo' prescindere in primis dalle vicende del Monte dei Paschi di Siena e del Banco di Desio e Brianza".
com-nep
(RADIOCOR) 28-01-16 15:14:51 (0455) 5 NNNN

venerdì 3 luglio 2015

Articolo Spoletonline 3/07/2015 - Intervista Presidente A.Spo.Credit Carlo Ugolini

Spoleto - Economia, 03 Luglio 2015 alle 15:57:52

TUTELA DEGLI AZIONISTI SCS, L'A.SPO.CREDIT PREPARA L'ASSEMBLEA DEI SOCI

Il presidente Ugolini: 'Pronti all'esposto contro i responsabili del crollo delle azioni'. mercoledì 8 luglio al ristorante Zengoni

"Purtroppo non esiste la politica che si accorge di cosa accade alle eccellenze del proprio territorio quando queste vengono messe in pericolo; o meglio, nel caso della Spoleto Credito e Servizi, la politica ha fatto finta di non accorgersi. Mi chiedo a chi sia convenuto quanto è successo alla nostra cooperativa e alla Banca Popolare di Spoleto". A parlare è Carlo Ugolini, presidente

dell'A.Spo.Credit, associazione composta da soci della Scs che mercoledì 8 luglio si riunirà a Spoleto, a partire dalle 17.30 presso il ristorante Zengoni di Napoletto, in un'assemblea aperta a tutti i soci della cooperativa.

Tre, fondamentalmente, gli argomenti all'ordine del giorno: l'esposto-denuncia nei confronti di tutti i soggetti ritenuti responsabili del crollo del valore delle azioni della cooperativa; azione tesa ad ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti e da subire a seguito dell'acclarato illegittimo commissariamento; ricorso d'urgenza al tribunale delle imprese di Perugia contro la delibera dell'assemblea dei soci Scs dell'11 ottobre 2014, ritenuta illecita dall'A.Spo.Credit.

"Abbiamo invitato il maggior numero di soci Scs possibile - dichiara Ugolini -, vale a dire tutti coloro che siamo riusciti a raggiungere; la nostra assemblea sarà aperta non solo ai soci A.Spo.Credit, ma a tutti gli azionisti, perché riteniamo fondamentale informare le persone, ragionare assieme a loro sull'esproprio che abbiamo tutti subito. Ci preme che il maggior numero di persone possibile ne possa prendere coscienza e trarre le dovute conclusioni". Proprio a tal proposito l'A.Spo.Credit ha riunito un pool di una decina di avvocati, il cui onorario è stato già in larga misura coperto dalla stessa associazione mentre si pensa di chiedere un piccolo contributo volontario per le spese legali a tutti coloro che intenderanno unirsi a questa sorta di "class-action", vola ad ottenere soddisfazione da chi, senza avere tutte le carte in regola, ha smembrato una cooperativa e privato della sua identità un istituto di credito locale.

"Siamo vicini - dichiara ancora Ugolini - al termine di un percorso iniziato circa un anno e mezzo fa. L'onestà intellettuale si scontra con dei forti, fortissimi interessi privati che nulla hanno a che vedere con il bene del territorio. Pur nel silenzio assordante delle istituzioni, a cominciare dal Presidente della Repubblica, ma anche Banca d'Italia, Banco Desio e Brianza, la stessa Spoleto Credito e Servizi che tace ormai dall'11 ottobre, giorno dell'assemblea che noi riteniamo illecita, c'è ancora qualcuno che si spende per la legalità. Noi siamo quelli che vogliono applicare le sentenze, noi chiediamo che il lavoro dei giudici non sia esposto al pubblico ludibrio, noi pretendiamo che in uno stato di diritto sia il diritto a trionfare, anche sugli interessi più cupi. E invece sembriamo gli ultimi moicani. Ma - conclude il presidente - forse stavolta qualcuno si è sbagliato. Ai soci Scs dico che li aspettiamo tutti in assemblea".

giovedì 2 luglio 2015

Convocazione soci Associazione Spoleto Credito e Servizi

Spoleto lì 25/06/2015
A Tutti i Soci della Spoleto Credito e Servizi soc. coop.
A Tutti i Soci dell’Associazione A.Spo.Credit
Loro Sedi
Egregi Sigg.ri,
              Come noto, quantomeno a coloro che hanno partecipato a precedenti riunioni, ovvero hanno seguito lo sviluppo delle iniziative medio tempore assunte, la Ns Associazione fin dal 23 Settembre 2013 si sta battendo per mantenere il valore delle quote di partecipazione in SCS e quindi della partecipata Banca Popolare di Spoleto spa, oggi ridotto a vera e propria “carta straccia”.

              Allo stato, riteniamo sia giunto il momento, anche alla luce degli ultimi significativi accadimenti (sentenze del Consiglio di Stato che hanno dichiarato la illegittimità del commissariamento di SCS e BPS e dei successivi recenti Decreti del MEF), di portare a Vs conoscenza che ci siamo determinati ad intraprendere iniziative di natura giudiziale tese alla miglior tutela di diritti e degli interessi patrimoniali dei soci che risultano essere stati calpestati e comunque altamente sviliti in modo illegittimo se non addirittura illecito da Istituzioni che, al contrario, dovrebbero costituire baluardo del principio di legittimità.

             Appare quindi necessario deporre ogni timore reverenziale nei confronti di tali Istituzioni, che, oggi, purtroppo molto frequentemente sono oggetto di provvedimenti sanzionatori sia in sede civile che penali, facendo valere, a testa alta e con la massima dignità i propri legittimi diritti nelle sedi giudiziali competenti, le quali già, ricordiamo, ai massimi gradi, hanno statuito, in modo inoppugnabile, la illegittimità dei provvedimenti dalle stesse assunti.

             Per tali motivi abbiamo conferito incarico a qualificati professionisti di disporre una serie di atti attraverso cui espletare un serio, concreto, fermo tentativo di riottenere il maltolto.
             In particolare gli atti predisposti concernono:
-          Esposto – denuncia nei confronti di tutti i soggetti ritenuti responsabili del maltolto;
-          Azione tesa ad ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi a seguito dell’acclarato illegittimo Commissariamento;
-          Ricorso d’urgenza ad oggetto nullità per illiceità dell’oggetto della delibera dell’Assemblea SCS tenutasi l’11/10/2014.
             Vi invitiamo, pertanto, ad intervenire numerosi all’assemblea della Ns Associazione che si terrà il giorno 8/07/2015 alle ore 17:30 presso il Ristorante Zengoni, sito in Localita' Napoletto 06049 Spoleto (PG), in quanto in tale occasione verranno puntualmente spiegate le iniziative da intraprendere e presentati i propedeutici atti predisposti da sottoscrivere.

            RingraziandoVi per la Vs attenzione, confidiamo ed auspichiamo una Vs numerosa partecipazione vista la estrema rilevanza degli argomenti.
Per Informazioni Rivolgersi alla A.Spo.Credit Via Francesca Morvillo,11(centro civico San Nicolò - Spoleto)
Tel: 338/7409354 - 335/6449702 – 335/6199476       Orario: Dalle 9:30 – 12:30   e Dalle 15:30 – 18:30
Ugolini Carlo - Castellani Domenico - Marinangeli Luigi - Geom. Piermarini Vincenzo                                                                                                                                                                                   F.to
Il Presidente A.Spo.Credit

Il Consiglio Direttivo A.Spo.Credit

sabato 18 aprile 2015

Ordine del Giorno presentato al Comune di Perugia dal Consigliere Comunale Massimo Perari

Gruppo Consiliare
Forza Italia – Berlusconi per Romizi                                                                                     

Al Presidente del Consiglio Comunale
                                                                                   Sede
ORDINE DEL GIORNO
Oggetto: Banca Popolare di Spoleto
PREMESSO:
Che la Banca Popolare di Spoleto è un istituto di credito italiano ed è stata costituita nel 1895 con il nome di Banca Popolare Società Cooperativa. Dal 1996 è quotata alla Borsa di Milano nel segmento Standard Classe, rappresentando un fiore all’occhiello per l’economia umbra con più di 100 sportelli, 150mila clienti e 3 miliardi di depositi.
PREMESSO ALTRESì CHE:
Nel 2013, dopo un'ispezione disposta dalla Banca d'Italia, il Ministro dell'economia, ha decretato la collocazione dell'istituto di credito in amministrazione straordinaria. Con proprio provvedimento, la Banca d'Italia ha nominato tre commissari straordinari e tre componenti del comitato di sorveglianza e che il commissariamento è terminato con l’acquisizione della Banca da parte di Banco Desio.
EVIDENZIATO CHE:
Una sentenza del Consiglio di Stato (sezione quarta)  ha ribaltato il giudizio del Tar che aveva respinto la richiesta di annullare il decreto del Mef che prevedeva lo scioglimento degli organi di amministrazione della Popolare di Spoleto e la sottoposizione alla procedura di amministrazione straordinaria, considerando illegittimo il suddetto commissariamento.
CONSIDERATO CHE:
I 21mila artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, azionisti della Spoleto Credito e Servizi, sarebbero pronti ad una class action contro la Banca d'Italia (che dopo una serie sfibrante di ispezioni aveva commissariato anche la cooperativa che controllava Bps, Scs appunto) per chiedere un risarcimento delle quote in cui avevano investiti i propri risparmi e che ora non valgono più nulla.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA:
Ad interrompere l’assordante silenzio che tutti i livelli istituzionali da anni in Umbria hanno mantenuto sull’argomento (peraltro trattato da numerose testate giornalistiche anche di rilevanza nazionale), mentre un importante istituto di credito, punto di riferimento per l’economia, gli investitori ed i risparmiatori umbri veniva “scippato” da un gruppo anche geograficamente lontano dall’Umbria, privando così la Regione e lo stesso capoluogo (Bps conta numerosi sportelli a Perugia) di una Banca che faceva gli interessi del territorio.
Data                                                                                                                          
  Il Consigliere
                                                                                                                                        Massimo Perari


(Art. 59. comma 2, Regolamento C.C. – “L’ordine del giorno consiste in una proposta concreta di deliberazione che impegna il Sindaco o la Giunta ad adottare iniziative o interventi di propria competenza, secondo le direttive generali formulate dal Consiglio stesso e che riguarda materie di competenza del Consiglio Comunale nell’esercizio delle sue funzioni di indirizzo politico – amministrativo,  o relativo a provvedimenti iscritti all’ordine del giorno. L’ordine del giorno viene presentato in forma scritta al Presidente del Consiglio Comunale, il quale ne determina l’assegnazione alla Commissione competente per materia, per l’esame e l’espressione del parere da trasmettere al Consiglio. L’ordine di discussione in Commissione è stabilito dall’ordine di presentazione”).