A.Spo.Credit
sabato 24 ottobre 2015
venerdì 3 luglio 2015
Articolo Spoletonline 3/07/2015 - Intervista Presidente A.Spo.Credit Carlo Ugolini
Spoleto - Economia, 03 Luglio 2015 alle 15:57:52
TUTELA DEGLI AZIONISTI SCS, L'A.SPO.CREDIT PREPARA L'ASSEMBLEA DEI SOCI
Il presidente Ugolini: 'Pronti all'esposto contro i responsabili del crollo delle azioni'. mercoledì 8 luglio al ristorante Zengoni
"Purtroppo non esiste la politica che si accorge di cosa accade alle eccellenze del proprio territorio quando queste vengono messe in pericolo; o meglio, nel caso della Spoleto Credito e Servizi, la politica ha fatto finta di non accorgersi. Mi chiedo a chi sia convenuto quanto è successo alla nostra cooperativa e alla Banca Popolare di Spoleto". A parlare è Carlo Ugolini, presidente
dell'A.Spo.Credit, associazione composta da soci della Scs che mercoledì 8 luglio si riunirà a Spoleto, a partire dalle 17.30 presso il ristorante Zengoni di Napoletto, in un'assemblea aperta a tutti i soci della cooperativa.
Tre, fondamentalmente, gli argomenti all'ordine del giorno: l'esposto-denuncia nei confronti di tutti i soggetti ritenuti responsabili del crollo del valore delle azioni della cooperativa; azione tesa ad ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti e da subire a seguito dell'acclarato illegittimo commissariamento; ricorso d'urgenza al tribunale delle imprese di Perugia contro la delibera dell'assemblea dei soci Scs dell'11 ottobre 2014, ritenuta illecita dall'A.Spo.Credit.
"Abbiamo invitato il maggior numero di soci Scs possibile - dichiara Ugolini -, vale a dire tutti coloro che siamo riusciti a raggiungere; la nostra assemblea sarà aperta non solo ai soci A.Spo.Credit, ma a tutti gli azionisti, perché riteniamo fondamentale informare le persone, ragionare assieme a loro sull'esproprio che abbiamo tutti subito. Ci preme che il maggior numero di persone possibile ne possa prendere coscienza e trarre le dovute conclusioni". Proprio a tal proposito l'A.Spo.Credit ha riunito un pool di una decina di avvocati, il cui onorario è stato già in larga misura coperto dalla stessa associazione mentre si pensa di chiedere un piccolo contributo volontario per le spese legali a tutti coloro che intenderanno unirsi a questa sorta di "class-action", vola ad ottenere soddisfazione da chi, senza avere tutte le carte in regola, ha smembrato una cooperativa e privato della sua identità un istituto di credito locale.
"Siamo vicini - dichiara ancora Ugolini - al termine di un percorso iniziato circa un anno e mezzo fa. L'onestà intellettuale si scontra con dei forti, fortissimi interessi privati che nulla hanno a che vedere con il bene del territorio. Pur nel silenzio assordante delle istituzioni, a cominciare dal Presidente della Repubblica, ma anche Banca d'Italia, Banco Desio e Brianza, la stessa Spoleto Credito e Servizi che tace ormai dall'11 ottobre, giorno dell'assemblea che noi riteniamo illecita, c'è ancora qualcuno che si spende per la legalità. Noi siamo quelli che vogliono applicare le sentenze, noi chiediamo che il lavoro dei giudici non sia esposto al pubblico ludibrio, noi pretendiamo che in uno stato di diritto sia il diritto a trionfare, anche sugli interessi più cupi. E invece sembriamo gli ultimi moicani. Ma - conclude il presidente - forse stavolta qualcuno si è sbagliato. Ai soci Scs dico che li aspettiamo tutti in assemblea".
giovedì 2 luglio 2015
Convocazione soci Associazione Spoleto Credito e Servizi
A Tutti i Soci della Spoleto Credito e Servizi soc. coop.
A Tutti i Soci dell’Associazione A.Spo.Credit
Loro Sedi
Egregi Sigg.ri,
Come noto,
quantomeno a coloro che hanno partecipato a precedenti riunioni, ovvero hanno
seguito lo sviluppo delle iniziative medio tempore assunte, la Ns Associazione
fin dal 23 Settembre 2013 si sta battendo per mantenere il valore delle quote
di partecipazione in SCS e quindi della partecipata Banca Popolare di Spoleto
spa, oggi ridotto a vera e propria “carta straccia”.
Allo stato,
riteniamo sia giunto il momento, anche alla luce degli ultimi significativi
accadimenti (sentenze del Consiglio di Stato che hanno dichiarato la
illegittimità del commissariamento di SCS e BPS e dei successivi recenti
Decreti del MEF), di portare a Vs conoscenza che ci siamo determinati ad
intraprendere iniziative di natura giudiziale tese alla miglior tutela di
diritti e degli interessi patrimoniali dei soci che risultano essere stati
calpestati e comunque altamente sviliti in modo illegittimo se non addirittura
illecito da Istituzioni che, al contrario, dovrebbero costituire baluardo del
principio di legittimità.
Appare quindi
necessario deporre ogni timore reverenziale nei confronti di tali Istituzioni,
che, oggi, purtroppo molto frequentemente sono oggetto di provvedimenti
sanzionatori sia in sede civile che penali, facendo valere, a testa alta e con
la massima dignità i propri legittimi diritti nelle sedi giudiziali competenti,
le quali già, ricordiamo, ai massimi gradi, hanno statuito, in modo
inoppugnabile, la illegittimità dei provvedimenti dalle stesse assunti.
Per tali motivi
abbiamo conferito incarico a qualificati professionisti di disporre una serie
di atti attraverso cui espletare un serio, concreto, fermo tentativo di
riottenere il maltolto.
In particolare gli
atti predisposti concernono:
-
Esposto – denuncia nei confronti di tutti i
soggetti ritenuti responsabili del maltolto;
-
Azione tesa ad ottenere il risarcimento di tutti
i danni subiti e subendi a seguito dell’acclarato illegittimo Commissariamento;
-
Ricorso d’urgenza ad oggetto nullità per illiceità
dell’oggetto della delibera dell’Assemblea SCS tenutasi l’11/10/2014.
Vi invitiamo, pertanto, ad intervenire numerosi all’assemblea della Ns
Associazione che si terrà il giorno 8/07/2015 alle ore 17:30 presso il
Ristorante Zengoni, sito in Localita' Napoletto 06049 Spoleto (PG), in
quanto in tale occasione verranno puntualmente spiegate le iniziative da
intraprendere e presentati i propedeutici atti predisposti da sottoscrivere.
RingraziandoVi per la
Vs attenzione, confidiamo ed auspichiamo una Vs numerosa partecipazione vista
la estrema rilevanza degli argomenti.
Per Informazioni Rivolgersi alla A.Spo.Credit
Via Francesca Morvillo,11(centro civico San Nicolò - Spoleto)
Tel: 338/7409354 - 335/6449702 –
335/6199476 Orario: Dalle 9:30 – 12:30 e Dalle 15:30 – 18:30
Ugolini
Carlo - Castellani Domenico - Marinangeli Luigi - Geom. Piermarini Vincenzo F.to
Il
Presidente A.Spo.Credit
Il
Consiglio Direttivo A.Spo.Credit
domenica 28 giugno 2015
sabato 18 aprile 2015
Ordine del Giorno presentato al Comune di Perugia dal Consigliere Comunale Massimo Perari
Gruppo Consiliare
Forza Italia – Berlusconi per Romizi
Al Presidente del Consiglio Comunale
Sede
ORDINE DEL GIORNO
Oggetto: Banca Popolare di Spoleto
PREMESSO:
Che la Banca Popolare di Spoleto è un istituto di credito italiano ed è stata costituita nel 1895 con il nome di Banca Popolare Società Cooperativa. Dal 1996 è quotata alla Borsa di Milano nel segmento Standard Classe, rappresentando un fiore all’occhiello per l’economia umbra con più di 100 sportelli, 150mila clienti e 3 miliardi di depositi.
PREMESSO ALTRESì CHE:
Nel 2013, dopo un'ispezione disposta dalla Banca d'Italia, il Ministro dell'economia, ha decretato la collocazione dell'istituto di credito in amministrazione straordinaria. Con proprio provvedimento, la Banca d'Italia ha nominato tre commissari straordinari e tre componenti del comitato di sorveglianza e che il commissariamento è terminato con l’acquisizione della Banca da parte di Banco Desio.
EVIDENZIATO CHE:
Una sentenza del Consiglio di Stato (sezione quarta) ha ribaltato il giudizio del Tar che aveva respinto la richiesta di annullare il decreto del Mef che prevedeva lo scioglimento degli organi di amministrazione della Popolare di Spoleto e la sottoposizione alla procedura di amministrazione straordinaria, considerando illegittimo il suddetto commissariamento.
CONSIDERATO CHE:
I 21mila artigiani, commercianti e piccoli imprenditori, azionisti della Spoleto Credito e Servizi, sarebbero pronti ad una class action contro la Banca d'Italia (che dopo una serie sfibrante di ispezioni aveva commissariato anche la cooperativa che controllava Bps, Scs appunto) per chiedere un risarcimento delle quote in cui avevano investiti i propri risparmi e che ora non valgono più nulla.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA :
Ad interrompere l’assordante silenzio che tutti i livelli istituzionali da anni in Umbria hanno mantenuto sull’argomento (peraltro trattato da numerose testate giornalistiche anche di rilevanza nazionale), mentre un importante istituto di credito, punto di riferimento per l’economia, gli investitori ed i risparmiatori umbri veniva “scippato” da un gruppo anche geograficamente lontano dall’Umbria, privando così la Regione e lo stesso capoluogo (Bps conta numerosi sportelli a Perugia) di una Banca che faceva gli interessi del territorio.
Data
Il Consigliere
Massimo Perari
(Art. 59. comma 2, Regolamento C.C. – “L’ordine del giorno consiste in una proposta concreta di deliberazione che impegna il Sindaco o la Giunta ad adottare iniziative o interventi di propria competenza, secondo le direttive generali formulate dal Consiglio stesso e che riguarda materie di competenza del Consiglio Comunale nell’esercizio delle sue funzioni di indirizzo politico – amministrativo, o relativo a provvedimenti iscritti all’ordine del giorno. L’ordine del giorno viene presentato in forma scritta al Presidente del Consiglio Comunale, il quale ne determina l’assegnazione alla Commissione competente per materia, per l’esame e l’espressione del parere da trasmettere al Consiglio. L’ordine di discussione in Commissione è stabilito dall’ordine di presentazione”).
Articolo Il Giornale 25/03/2015
Link: http://www.ilgiornale.it/news/politica/cos-sparita-popolare-spoleto-azzerata-bankitalia-pm-e-coop-1109177.html
Così è sparita la Popolare Spoleto azzerata da Bankitalia, pm e coop - IlGiornale.it
Stefano Zurlo
- Mer, 25/03/2015 -
08:51
Così è sparita la Popolare Spoleto
azzerata da Bankitalia, pm e coop
Il Consiglio di Stato boccia il commissariamento della banca, l'inchiesta che ne ha
decapitato i vertici viene ridimensionata, la scalata è fallita. E i 21mila soci
preparano la class action
Le dolci colline dell'Umbria si tingono di rabbia. «Eravamo i padroni di una banca che
faceva gli interessi della nostra terra - spiega al Giornale Carlo Ugolini - poi ci hanno
messo i piedi in testa, ci hanno portato via tutto, le nostre quote non valgono più nulla».
Letteralmente: zero. Carta straccia. La Popolare di Spoleto era un gioiello, ora è la
periferia dell'impero targato Desio. E allora Ugolini alza il vessillo della class action :
21mila artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, quella che un tempo si chiamava la
provincia operosa, pronti a marciare in tribunale contro la Banca d'Italia che nel 2013
dopo una serie sfibrante di ispezioni aveva commissariato l'istituto di credito e pure la
Spoleto Crediti e Servizi, la cooperativa che lo controllava. Caso unico nella storia
tricolore, nelle scorse settimane il Consiglio di Stato ha dato non una ma due volte torto a
via Nazionale spiegando in due distinte sentenze che il commissariamento non stava in
piedi. Una coppia di schiaffi e altrettante figuracce in un conflitto lacerante fra le istituzioni
del Paese.
«Diciamo la verità - riprende Ugolini - c'è stato un assedio alla banca, un fuoco
concentrico con l'attacco simultaneo della Procura, della Banca d'Italia, delle coop umbre.
Alla fine il ponte di comando di Spoleto è stato spazzato via, ora che la banca non è più
degli umbri si scopre che la cacciata è stata sostanzialmente abusiva». In teoria, ma solo
in teoria, se si dovesse applicare il verdetto del Consiglio di Stato allora alla presidenza
della banca, o meglio della Spoleto Crediti e Servizi, dovrebbe tornare lui: Giovannino
Antonini, il banchiere carismatico e non proprio ortodosso, dal fisico imponente e dal
tratto ruvido che a Spoleto godeva e forse gode ancora di grande popolarità. Ma ormai
tornare indietro è molto difficile e alla comunità non resta che denunciare quello che tanti
considerano uno scippo, compiuto da un sistema di potere che in Umbria fa blocco dal
Dopoguerra. Con la variante che l'operazione a tenaglia, o almeno così viene descritta, è
poi sfuggita di mano, perché dopo la cacciata di Antonini le coop rosse hanno dovuto
mollare la presa e alla fine è spuntata la Popolare di Desio che ha ingoiato la preda. La
Spoleto Crediti e Servizi che prima aveva il 51 per cento è scesa ad un irrilevante 13 per
cento. Ma precipiterà ancora: il 30 marzo ci sarà un altro, contestatissimo aumento di
capitale, senza iniezione di denaro ma con il conferimento di 30 sportelli di cui la vecchia
guardia spoletina farebbe volentieri a meno.
Attenzione. Stiamo parlando di un istituto piccolo ma vitale per l'economia di Spoleto, un
tempo capitale gloriosa di un regno longobardo che si è inerpicato per i secoli fino al 1198
e oggi famosa per il Festival dei due mondi e i tartufi con Urbani leader mondiale del
settore. Fra il 2012 e il 2013, quando tutto precipita, la Popolare ha raggiunto dimensioni
ragguardevoli: più di 100 sportelli, 150mila clienti, 3 miliardi di depositi. E il vento nelle
vele. Dovrebbe essere un vanto del nostro sistema, invece è pronta per essere spolpata.
Le grandi manovre cominciano in realtà prima, nel 2010 quando il Monte dei Paschi e la
cooperativa Centro Italia mettono gli occhi su quella banca, ma l'assalto fallisce. Spoleto
resta indipendente e per di più anomala in un panorama che conosce un solo colore: il
rosso. E invece il dominus dell'istituto Antonini non solo è uno che va per le spicce, ma è
anche politicamente scorretto perché rimpiange un leader che da queste parti non si può
neanche nominare: Giorgio Almirante.
Nel 2012 una nuova società, la Clitumnus, torna alla carica: fra i soci c'è ancora una volta
la coop Centro Italia; ma c'è di più: l'amministratore della Clitumnus Francesco Carbonetti
è imparentato con il procuratore di Spoleto Gianfranco Riggio. Il figlio ha sposato la figlia
del magistrato. E a luglio 2012 anche la procura di Spoleto si muove, contestando a 34
persone, in testa Antonini, una sfilza di reati gravissimi. Nello stesso periodo, con un
tempismo quasi sbalorditivo, Mps denuncia i patti parasociali, figli di un vecchio aumento
di capitale avvenuto nel 2007, e decide di restituire le sue quote per un valore di 30
milioni. Non basta, perché l'ennesima ispezione di Bankitalia si chiude con un verdetto
clamoroso. Commissariamento. Prima della banca e poi della Spoleto Crediti e Servizi.
Ma i guai per Antonini non sono finiti. Il peggio arriva dalla Capitale. Lo arrestano su input
della Procura di Roma per corruzione in atti giudiziari: avrebbe pagato una tangente a un
giudice del Tar.
«Sembra di stare in un famoso film - spiega al Giornale Antonini - Assassinio sull'Orient
Express . Con i congiurati che ci hanno dato una coltellata a testa partecipando a un rito
sacrificale collettivo». Naturalmente nessuno può o vuole accreditare la tesi di un
maxicomplotto ordito in chissà quale cabina di regia. Resta però la sequenza implacabile
dei fatti che mettono in ginocchio l'ormai ex gioiello. «Eravamo una realtà florida e una
presenza politicamente anomala in una regione dove tutto è omologato dal 1945 -
aggiunge Antonini - e ci hanno espropriato. Ora cominciano a darci ragione». Nel giro di
qualche settimana accadono fatti impensabili: il Consiglio di Stato due volte capovolge i
vecchi verdetti e stabilisce che non c'erano i termini per il commissariamento. Poi il
vecchio procuratore, imparentato con Carbonetti, va in pensione e la Procura torna sui
suoi passi: riscrive l'atto di chiusura dell'inchiesta contro Antonini & company che Riggio
aveva depositato nel 2013. Molti capi d'imputazione spariscono nel nulla, il numero degli
indagati precipita da 34 a 13. «In tutta la mia carriera non ho mai visto niente di così
stupefacente - racconta al Giornale Manlio Morcella, penalista di lungo corso, uno dei più
noti avvocati umbri fra l'altro difensore di Antonini - invece di chiedere il rinvio a giudizio
dei 34 indagati, la Procura dopo quasi due anni di silenzio ha ridimensionato le vecchie
accuse». Si attendono notizie da Roma. Peccato che intanto Spoleto, sfuggita alle mire di
Clitumnus, sia finita nella rete di Desio. Una banca lontana, almeno geograficamente, da
Spoleto. E i 21mila si organizzano per chiedere un risarcimento astronomico alla Banca
d'Italia e al ministero dell'Economia. «Hanno chiuso il rubinetto che dava ricchezza alla
nostra provincia - conclude Ugolini - e le nostre quote, quelle in cui avevamo investito i
risparmi, non valgono più nulla».
Così è sparita la Popolare Spoleto azzerata da Bankitalia, pm e coop - IlGiornale.it
Stefano Zurlo
- Mer, 25/03/2015 -
08:51
Così è sparita la Popolare Spoleto
azzerata da Bankitalia, pm e coop
Il Consiglio di Stato boccia il commissariamento della banca, l'inchiesta che ne ha
decapitato i vertici viene ridimensionata, la scalata è fallita. E i 21mila soci
preparano la class action
Le dolci colline dell'Umbria si tingono di rabbia. «Eravamo i padroni di una banca che
faceva gli interessi della nostra terra - spiega al Giornale Carlo Ugolini - poi ci hanno
messo i piedi in testa, ci hanno portato via tutto, le nostre quote non valgono più nulla».
Letteralmente: zero. Carta straccia. La Popolare di Spoleto era un gioiello, ora è la
periferia dell'impero targato Desio. E allora Ugolini alza il vessillo della class action :
21mila artigiani, commercianti, piccoli imprenditori, quella che un tempo si chiamava la
provincia operosa, pronti a marciare in tribunale contro la Banca d'Italia che nel 2013
dopo una serie sfibrante di ispezioni aveva commissariato l'istituto di credito e pure la
Spoleto Crediti e Servizi, la cooperativa che lo controllava. Caso unico nella storia
tricolore, nelle scorse settimane il Consiglio di Stato ha dato non una ma due volte torto a
via Nazionale spiegando in due distinte sentenze che il commissariamento non stava in
piedi. Una coppia di schiaffi e altrettante figuracce in un conflitto lacerante fra le istituzioni
del Paese.
«Diciamo la verità - riprende Ugolini - c'è stato un assedio alla banca, un fuoco
concentrico con l'attacco simultaneo della Procura, della Banca d'Italia, delle coop umbre.
Alla fine il ponte di comando di Spoleto è stato spazzato via, ora che la banca non è più
degli umbri si scopre che la cacciata è stata sostanzialmente abusiva». In teoria, ma solo
in teoria, se si dovesse applicare il verdetto del Consiglio di Stato allora alla presidenza
della banca, o meglio della Spoleto Crediti e Servizi, dovrebbe tornare lui: Giovannino
Antonini, il banchiere carismatico e non proprio ortodosso, dal fisico imponente e dal
tratto ruvido che a Spoleto godeva e forse gode ancora di grande popolarità. Ma ormai
tornare indietro è molto difficile e alla comunità non resta che denunciare quello che tanti
considerano uno scippo, compiuto da un sistema di potere che in Umbria fa blocco dal
Dopoguerra. Con la variante che l'operazione a tenaglia, o almeno così viene descritta, è
poi sfuggita di mano, perché dopo la cacciata di Antonini le coop rosse hanno dovuto
mollare la presa e alla fine è spuntata la Popolare di Desio che ha ingoiato la preda. La
Spoleto Crediti e Servizi che prima aveva il 51 per cento è scesa ad un irrilevante 13 per
cento. Ma precipiterà ancora: il 30 marzo ci sarà un altro, contestatissimo aumento di
capitale, senza iniezione di denaro ma con il conferimento di 30 sportelli di cui la vecchia
guardia spoletina farebbe volentieri a meno.
Attenzione. Stiamo parlando di un istituto piccolo ma vitale per l'economia di Spoleto, un
tempo capitale gloriosa di un regno longobardo che si è inerpicato per i secoli fino al 1198
e oggi famosa per il Festival dei due mondi e i tartufi con Urbani leader mondiale del
settore. Fra il 2012 e il 2013, quando tutto precipita, la Popolare ha raggiunto dimensioni
ragguardevoli: più di 100 sportelli, 150mila clienti, 3 miliardi di depositi. E il vento nelle
vele. Dovrebbe essere un vanto del nostro sistema, invece è pronta per essere spolpata.
Le grandi manovre cominciano in realtà prima, nel 2010 quando il Monte dei Paschi e la
cooperativa Centro Italia mettono gli occhi su quella banca, ma l'assalto fallisce. Spoleto
resta indipendente e per di più anomala in un panorama che conosce un solo colore: il
rosso. E invece il dominus dell'istituto Antonini non solo è uno che va per le spicce, ma è
anche politicamente scorretto perché rimpiange un leader che da queste parti non si può
neanche nominare: Giorgio Almirante.
Nel 2012 una nuova società, la Clitumnus, torna alla carica: fra i soci c'è ancora una volta
la coop Centro Italia; ma c'è di più: l'amministratore della Clitumnus Francesco Carbonetti
è imparentato con il procuratore di Spoleto Gianfranco Riggio. Il figlio ha sposato la figlia
del magistrato. E a luglio 2012 anche la procura di Spoleto si muove, contestando a 34
persone, in testa Antonini, una sfilza di reati gravissimi. Nello stesso periodo, con un
tempismo quasi sbalorditivo, Mps denuncia i patti parasociali, figli di un vecchio aumento
di capitale avvenuto nel 2007, e decide di restituire le sue quote per un valore di 30
milioni. Non basta, perché l'ennesima ispezione di Bankitalia si chiude con un verdetto
clamoroso. Commissariamento. Prima della banca e poi della Spoleto Crediti e Servizi.
Ma i guai per Antonini non sono finiti. Il peggio arriva dalla Capitale. Lo arrestano su input
della Procura di Roma per corruzione in atti giudiziari: avrebbe pagato una tangente a un
giudice del Tar.
«Sembra di stare in un famoso film - spiega al Giornale Antonini - Assassinio sull'Orient
Express . Con i congiurati che ci hanno dato una coltellata a testa partecipando a un rito
sacrificale collettivo». Naturalmente nessuno può o vuole accreditare la tesi di un
maxicomplotto ordito in chissà quale cabina di regia. Resta però la sequenza implacabile
dei fatti che mettono in ginocchio l'ormai ex gioiello. «Eravamo una realtà florida e una
presenza politicamente anomala in una regione dove tutto è omologato dal 1945 -
aggiunge Antonini - e ci hanno espropriato. Ora cominciano a darci ragione». Nel giro di
qualche settimana accadono fatti impensabili: il Consiglio di Stato due volte capovolge i
vecchi verdetti e stabilisce che non c'erano i termini per il commissariamento. Poi il
vecchio procuratore, imparentato con Carbonetti, va in pensione e la Procura torna sui
suoi passi: riscrive l'atto di chiusura dell'inchiesta contro Antonini & company che Riggio
aveva depositato nel 2013. Molti capi d'imputazione spariscono nel nulla, il numero degli
indagati precipita da 34 a 13. «In tutta la mia carriera non ho mai visto niente di così
stupefacente - racconta al Giornale Manlio Morcella, penalista di lungo corso, uno dei più
noti avvocati umbri fra l'altro difensore di Antonini - invece di chiedere il rinvio a giudizio
dei 34 indagati, la Procura dopo quasi due anni di silenzio ha ridimensionato le vecchie
accuse». Si attendono notizie da Roma. Peccato che intanto Spoleto, sfuggita alle mire di
Clitumnus, sia finita nella rete di Desio. Una banca lontana, almeno geograficamente, da
Spoleto. E i 21mila si organizzano per chiedere un risarcimento astronomico alla Banca
d'Italia e al ministero dell'Economia. «Hanno chiuso il rubinetto che dava ricchezza alla
nostra provincia - conclude Ugolini - e le nostre quote, quelle in cui avevamo investito i
risparmi, non valgono più nulla».
mercoledì 11 marzo 2015
Comunicato Stampa del 06/03/2015
L’associazione A.Spo.Credit, la cui
Mission è ed è sempre stata la tutela dei 20.000 soci della Spoleto Credito e
Servizi e della Banca Popolare di Spoleto, e soprattutto quello di mantenere e
ripristinare l’integrità di un istituto come la Banca Popolare di Spoleto Spa che
fino ad oggi è stato pilastro fondamentale dell’economia cittadina ma anche
regionale; infatti in questo momento di difficoltà si fa ancor più evidente la
attuale lontananza della Banca Popolare di Spoleto Spa(per ora) amministrata
dal Banco Desio e della Brianza dal sostegno dell’economia locale.
In questi giorni l’associazione
A.Spo.Credit ha effettuato una serie di incontri con l’Associazione dell’ADUSBEF
dove sono state concordate una serie di iniziative sia civili che penali da
intraprendere nei confronti del MEF, Banca D’italia, Commissari Straordinari e
Lazard (come da comunicato stampa ADUSBEF http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=9464&T=P).
Inoltre stanno proseguendo e
giungendo al termine alcune delle iniziative già intraprese presso il Tribunale
di Spoleto dalla nostra Associazione A.Spo.Credit in merito alla assemblea della
SCS del 11/10/2014, per possibili irregolarità nello svolgimento della stessa e
per la mancanza dei requisiti di alcuni membri della Lista N. 2 presieduta dal
Socio Avv. Massimo Marcucci.
Con ciò ribadiamo l’impegno nei
confronti dei 20.000 soci SCS-BPS intrapreso dalla Ns Associazione ed oggi
siamo ancor più convinti delle iniziative assunte nel 2014 anche a seguito
delle due sentenze emanate dal Consiglio di Stato che hanno di fatto dichiarato
illegittimo il commissariamento sia della Banca Popolare di Spoleto Spa sia
della Spoleto Credito e Servizi Soc. coop. , sentenze che evidenziano ancor di
più come i Commissari Straordinari avrebbero dovuto “ascoltare” i 20.000 soci
prima di convocare l’assemblea della Banca Popolare di Spoleto del 16/06/2014,
che ha di fatto sancito il passaggio “gratuito” della Banca Popolare di Spoleto
sotto il controllo del Banco Desio e della Brianza, causando cosi una forte
svalutazione del valore delle azioni dei 20.000 soci.
Infatti inspiegabilmente la Banca
Popolare di Spoleto Spa Gruppo Desio, sta comunicando con “strane lettere” ai
soci della SCS che il valore al 31/12/2014 delle loro azioni è pari ad € ZERO.
A.Spo.Credit con i propri legali ha
già predisposto una lettera di contestazione nei confronti di Banca popolare di
Spoleto Gruppo Desio;
Tutti i soci SCS possono dunque
rivolgersi gratuitamente presso
la nostra sede in Spoleto Via F.Morvillo n.11 e contattare i seguenti numeri
telefonici:
1) 338/7409354 Carlo Ugolini
2) 335/6199476 Luigi Marinangeli
3) 335/6449702 Domenico Castellani
Spoleto,
06/03/2015
Il Presidente A.Spo.Credit Carlo
Ugolini
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